venerdì 30 ottobre 2009

«Dalle staminali ottenuti spermatozoi e ovociti»

Corriere della Sera - 29 ottobre 2009

L'annuncio di un gruppo di ricercatori Usa

MILANO - Un gruppo di ricercatori statunitensi ha trovato il modo di obbligare alcune cellule staminali embrionali, derivate da embrioni in sovrannumero ottenuti con la fecondazione assistita, a mutare in cellule germinali umane, cioè i precursori di ovociti e spermatozoi. Questo il risultato cui sono giunti alla Stanford University School of Medicine. Lo studio, pubblicato su 'Nature', spiega che le cellule ottenute dai ricercatori funzionano abbastanza bene per generare cellule spermatiche.

«Finora - ha spiegato Reijo Pera - avevamo studiato solo i topi per comprendere i passaggi necessari alla differenziazione delle cellule germinali umane. Ma non è lo stesso. Questa è la prima prova che si possono creare in laboratorio cellule germinali umane funzionanti». Nello studio i ricercatori hanno trattato le staminali embrionali umane con proteine note per stimolare la formazione germinale e hanno poi isolato quelle che iniziavano a esprimere i geni specifici germinali, pari al 5% del totale, identificandole perchè producevano anche una proteina di segnalazione verde fluorescente. Poi gli esperti hanno iniziato ad 'accendere' e 'spegnere' vari geni nel mirino, per capire che ruolo avessero nella formazione delle cellule riproduttive. In questo modo ne hanno individuato tre: DAZL, che agisce precocemente, DAZ1 e BOULE, che regolano le fasi più avanzate dello sviluppo. (Agi)

Sperma e ovuli dalle staminali. "Figli a partire dalla pelle"

Repubblica - 29 ottobre 2009

ROMA - Far nascere dei bambini dalle cellule staminali? Potrebbe essere possibile grazie ai risultati di una ricerca effettuata da scienziati della Stanford University, in California. Ne parla la rivista scientifica Nature. Secondo la ricerca, gli scienziati hanno messo a punto un coktail di sostanze chimiche e vitamine che riesce a interagire con le cellule staminali embrionali, per trasformarle in ovociti e spermatozoi. Gli stessi scienziati contano di ripetere presto l'esperimento con cellule della pelle.

La realizzazione di ovociti e spermatozoi in laboratorio offre opportunità sinora inedite per i trattamenti contro la sterilità e le malattia ma pone anche gravi problemi etici. Infatti gli stessi autori della ricerca sostengono che bisognerebbe concordare specifiche linee guida per la produzione e l'uso di spermatozoi e ovociti artificiali.

"Questa scoperta apre una nuova finestra in quello che fino a poco fa era uno stadio sconosciuto dello sviluppo umano. - osserva Susan B Shurin, direttore dell'Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development, che ha finanziato lo studio - L'osservazione in laboratorio delle cellule germinali ha la possibilità di rivelare importanti tracce delle cause ancora inesplorate dell'infertilità e della genesi di molti difetti genetici e problemi legati ai cromosomi".

Infatti, nonostante l'infertilità emerga solo dopo la maturità sessuale, spiega Reijo Pera, tra gli autori della ricerca, molte forme ancora inesplorate hanno la loro origine in 'errori' all'interno delle cellule allo stadio embrionale.

Gli spermatozoi così ottenuti, si legge nella rivista, hanno la testa e la coda più piccola di quelli 'naturali' ma sembrano comunque in grado di poter fertilizzare un ovulo. Mentre gli ovuli sono in uno stadio non avanzato, ma più sviluppati di quanto sia avvenuto finora ad opera di altri scienziati.

"Una scoperta che ci farà vincere l'infertilità.

Repubblica - 29 ottobre 2009

ROMA - "E' un dato degno di attenzione e importante, intanto perché la rivista è seria e altrettanto lo è il gruppo di lavoro, e vale la pena di sottolinearlo perché oggi ci sono mille casi di persone che millantano credito, di frodi scientifiche. E poi naturalmente per il dato specifico: sono riusciti a ottenere spermatozoi e ovuli dalle staminali, è evidente la rilevanza". Carlo Alberto Redi, direttore scientifico del Policlinico San Matteo Pavia, manifesta tutto l'entusiasmo possibile per la scoperta degli scienziati della Stanford University.

Può spiegarci esattamente i termini di questa scoperta scientifica?
"Dopo questo importante passo in avanti siamo sempre più capaci di elaborare quei cocktail, quelle sostanze che sono in grado di far differenziare artificialmente le cellule staminali embrionali (cioè indifferenziate). Ci sarà ancora molto da lavorare, perché ci viene detto che lo spermatozoo non è ancora morfologicamente perfetto, e l'ovocito non è ancora maturo, ma la ricerca è in avanzamento costante. E' evidente il progresso, perché finora venivano impiegati dei topolini come bioreattori (per fornire cioè cellule già differenziate). Il timore era quello di contaminazione tra le cellule del topo e quelle umane: qui invece la cellula è pulita. C'è ancora da lavorare per ottenerle mature, ma si apre una grande speranza".

E' corretto dire che i figli nascono 'senza genitori'?
"Assolutamente no: comunque le staminali sono cellule umane. Io capisco che c'è un gioco perverso al titolo più accattivante, ma la staminale embrionale da qualche parte viene...Così si creano allarmismi nei decisori politici, si fa un danno a livello sociale terribile. L'abbiamo visto con la clonazione: bisognerebbe chiarire una volta per tutte che non possiamo creare esseri umani dal nulla, e non possiamo neanche creare esseri umani con gli occhi azzurri e i capelli biondi...

Però spesso sono gli stessi scienziati che annunciano scoperte sensazionali che fanno pensare a ipotesi di questo tipo...
"Certamente: è un gioco perverso dove tutti hanno delle responsabilità, ma se lo scienziato scorretto si prostituisce per danaro, bisogna collaborare tra persone ragionevoli, cioè tra scienziati non buffoni e divulgatori. Lancio un appello: evitiamo i titoloni roboanti...".

E se dicessimo che gli scienziati di Stanford sono riusciti a fare come Dio con la creazione di Eva, tratta dalla costola di Adamo...
"Ma così continuiamo ad accusare la biotecnologia di giocare a fare Dio...Non riesco a vederci al posto del buon Dio...Mi rimetto alla vostra clemenza!".

L'implicazione più diretta di questa scoperta è il superamento dell'infertilità?
"Certo, riferita sia ai casi naturali, sia a chi è infertile per via di trattamenti medici. In casi del genere si potrà intervenire con questo tipo di trattamento delle cellule. Le cellule dalla pelle delle persone infertili verrebbero riprogrammate geneticamente a un livello staminale, con i cocktail, diventando spermatozoi e ovociti, per ottenere la fecondazione".

Ci sono anche altre applicazioni importanti?
"Sì. Per esempio possono esserci aspetti zootecnici: provi a pensare a un animale con un particolare valore economico, un toro eccezionale. Se voglio ottenere di nuovo queste caratteristiche, si può creare una sorta di tesoro o di banca, perché prima o poi quell'animale invecchierà e le sue cellule non andranno più bene. Invece, utilizzando questa tecnica, chissà quanti figli potrà fare. Si possono immaginare davvero mille implicazioni".

'Va avanti il servizio anti-sterilità' Villa Sofia, esplode la polemica

«Il servizio di ginecologia endocrinologica e della riproduzione di Villa Sofia non ha mai cessato la sua attività e ha anzi aumentato il numero e la qualità dei propri servizi, riducendo i tempi di attesa». È la risposta del manager dell' azienda ospedaliera Cervello-Villa Sofia, Salvatore Di Rosa, all' assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo. Il caso era stato sollevato dopo l' addio dato da Domenico Gullo, il ginecologo, specialista in terapie anti-sterilità, che in questi tre anni aveva diretto l' ambulatorio. L' azienda non gli ha rinnovato il contratto, per esigenze del piano di rientro. «Non è assolutamente vero che il servizio è stato chiuso anzi lo abbiamo potenziato - dice il manager Di Rosa - È affidato adesso non più a un solo ginecologo bensì a due professionisti interni di riconosciuta capacità professionale, Enzo Valenti e Andrea Petracca, che garantiranno anzi un maggior numero di servizi specialistici». Sulla fuga delle pazienti, il manager dell' azienda "Cervello-Villa Sofia", minimizza: «Sono andate via circa trenta pazienti ma le altre sono rimaste e ne sono arrivate di nuove». Russo intravede nella protesta una valenza politica: «Purtroppo - dice - c' è ancora chi si ostina a ostacolare il cammino della riforma del sistema sanitario». A sostegno di Domenico Gullo scende in campo l' ex assessore Ettore Cittadini, pioniere della fecondazione assistita: «È un pezzo di buona sanità perduta, un tipo di approccio alla ginecologia ambulatoriale che non esiste in nessun ospedale. I tre bollini dati dall' osservatorio Onda non sono stati dati a caso». E il segretario regionale della Cisl medici, Massimo Farinella: «Occorreva una valutazione sull' opportunità di tenere in funzione questo servizio».
a. r

martedì 27 ottobre 2009

Fecondazione assistita, molte donne costrette a una gravidanza multipla sacrificano un feto

La Stampa - 23 ottobre 2009

TORINO Almeno quattro future mamme sottoposte nell'ultimo anno a fecondazione assistita hanno deciso di selezionare i loro feti, facendo venire al mondo soltanto due dei figli di una gravidanza trigemellare. E' successo al Sant'Anna, l'ospedale torinese delle mamme e dei bambini, ma probabilmente e' quanto accade anche altrove. La tecnica si chiama embrioriduzione, generalmente praticata entro il primo trimestre per non mettere a rischio la sopravvivenza di tutti i nascituri in caso di minaccia di aborto. Ma qui la scelta di eliminare uno dei bimbi e' avvenuta non per un rischio clinico per il feto o per la madre, ma sulla base del «verdetto» di una consulenza psichiatrica: «La gravidanza trigemellare rappresenta un grave pericolo per la salute psichica della futura madre», si legge in una di queste consulenze. Basta una minaccia di depressione. Non serve arrivare all'ipotesi estrema di suicidio, che potrebbe essere classificata come un rischio potenziale per la sopravvivenza della madre. Sono numerose le gravidanze gemellari e trigemellari in caso di fecondazione assistita. Il fatto e' che a Torino la scelta di queste mamme sta mettendo in crisi piu' d'uno, nel principale ospedale ginecologico, tra chi - medici, infermieri e ostetriche - accompagna queste donne verso il parto. Un caso destinato a sollevare piu' di un interrogativo, anche etico. Storie di bambini mai nati: quello che viene soppresso e' in genere il feto piu' facilmente raggiungibile con l'ago di una siringa che inietta nel cuore cloruro di potassio: un metodo rapido, che nel giro di pochi secondi ferma il battito. Oppure si sceglie il piu' piccolo dei tre, dopo un'ecografia. Si adotta una tecnica simile a quella utilizzata per l'amniocentesi, ma in questo caso la siringa e l'ago non prelevano liquido amniotico per essere analizzato alla ricerca di eventuali malformazioni. L'iniezione intra-cardiaca ferma all'istante lo sviluppo di uno dei tre feti. Tra chi, all'ospedale Sant'Anna, ora dice di disapprovare una scelta comunque drammatica, c'e' anche chi non ha scelto l'obiezione di coscienza. Chi, cioe', ha finora dato il consenso a praticare senza preconcetti interruzioni volontarie di gravidanza. «Ma in questo caso - dicono - siamo di fronte a tutt'altra questione: donne che hanno fatto di tutto per diventare madri, che hanno speso denaro ed energie fisiche ed emotive, decidono di sopprimere una vita diventata improvvisamente di troppo> >. Un paradosso. In Italia, il numero delle coppie che si sottopongono a fecondazione assistita e' in costante crescita, con percentuali di successo tra il 22 e il 35 per cento per ciclo, malgrado nel 2007 il dato risultasse in netto calo, a tre anni dalla legge 40 sulla fecondazione artificiale: dal 24,8 per cento del 2003 al 21,2 per cento di successi del 2005, con una riduzione di 3,6 punti percentuali. In tutte le relazioni psichiatriche indispensabili per autorizzare le embrioriduzioni, al Sant'Anna le difficolta' della donna ad accettare l'idea di essere madre di tre gemelli sono state determinanti. In nessun caso la «selezione» era motivata da problemi clinici. L'eliminazione selettiva di un feto che viene effettuata solitamente a 10-12 settimane di gestazione, «e' associata con una riduzione del rischio di aborto e di morte perinatale nelle gravidanze plurigemellari con piu' di tre gemelli», dice la letteratura. La stessa pratica e' controversa, per le gravidanze trigemine, dallo stesso mondo medico. La questione sollevata al Sant'Anna e' destinata ad aprire una serie di interrogativi non solo sul diritto a una scelta simile, ma soprattutto sulla preparazione delle coppie ad affrontare una gravidanza dopo la fecondazione in vitro. Molte si rivolgono all'estero. «Piu' che una consulenza psichiatrica per decidere di eliminare uno dei futuri figli, occorrerebbe una consulenza piu' attenta prima di sottoporre la donna a Fivet», sostiene chi potrebbe presto trovare una nuova forma di obiezione. «Bisogna spiegare piu' chiaramente alle donne qual e' la relazione tra embrioni impiantati e possibilita' di sviluppare gravidanze multiple». C'e' un altro aspetto etico della questione: una delle pazienti che si e' sottoposta al Sant'Anna all'embrioriduzione, ha perso tutti i gemelli, in seguito alla rottura delle membrane. Un rischio collegato alla tecnica stessa.

MARCO ACCOSSATO

«La legge proibisce di selezionare gli embrioni» 4 domande a Alberto Revelli medico

La Stampa - 23 ottobre 2009

TORINO Il dottor Alberto Revelli, responsabile del Centro di medicina della riproduzione del dipartimento universitario all'ospedale Sant'Anna, non ha dubbi: per evitare disagi o traumi a causa di una gravidanza trigemina «occorre la selezione degli embrioni, oggi vietata in Italia». Perche'? «Si eviterebbe di impiantare tre embrioni, nel tentativo di garantire il piu' possibile una gravidanza». Una donna che ricorre alla fecondazione assistita e rimane incinta di tre figli ha piu' difficolta' delle altre? «Si', sia dal punto di vista fisico, sia psicologico. Al di la' di patologie che possono colpire la madre, come il diabete, c'e' un maggiore rischio di malformazioni del feto. Inoltre la mamma di 3 gemelli e' esposta a maggiore stress: troppe notti insonni e troppe preoccupazioni». Ci sono dati che dimostrano questa considerazione? «Diversi studi confermano che le separazioni legali nelle coppie con 3 gemelli, nel primo anno di vita, sono 7 volte superiori a quelle delle altre famiglie». Un medico o in infermiere puo' essere a disagio nell'embrioriduzione? «Certo, puo' capitare. Ma non si puo' condannare in alcun modo la donna che la vuole praticare».

GRAZIA LONGO

lunedì 26 ottobre 2009

Inseminazione la Cassazione dà il via libera al boss Montani

Repubblica — 13 ottobre 2009 pagina 5 sezione: BARI

«UNA speranza di vita, un' ancora per uscire dalla depressione». Tramite l' avvocato, parla anche a nome di suo marito Andrea Montani, la donna che ha vinto la sua battaglia per avere un altro figlio superando le sbarre del carcere grazie alla inseminazione artificiale. Moglie del boss del quartiere San Paolo, ha pianto tutte le sue lacrime quattro anni fa, quando il primo e unico figlio della coppia, Salvatore, fu ucciso a colpi di pistola. Da quel giorno, per lei e per il marito detenuto in regime di isolamento, è stato il baratro, finché la prospettiva di concepire ancora per mezzo della procreazione medico-assistita è diventata una speranza. E oggi realtà. Lui oggi ha 45 anni, lei 42, ma di forza per crescere un altro figlio ne hanno ancora. Tanta, soprattutto ora che la Cassazione ha dato l' autorizzazione per ricorrere alla fecondazione artificiale, nonostante Montani sia sottoposto al regime del 41 bis. Non è la prima volta che la Suprema Corte concede la possibilità dell' inseminazione a detenuti sottoposti al "carcere duro" che non prevede contatti con l' esterno. E tra i precedenti vi sono quelli del boss palermitano Salvatore Madoniae il capo di quella che fu la nuova camorra organizzata, Raffaele Cutolo. Per i legali del boss barese, però, il regime di isolamento non sarebbe più necessario. L' avvocato Pasquale Loseto di Bari e Alessandro Vannucci, di Roma, hanno anche presentato un ricorso alla Corte europea di giustizia, a Strasburgo, chiedendone la revoca. Secondo loro, il boss, detenuto dal 1991, non avrebbe più alcun contatto con la criminalità organizzata. «Quando Salvatore è stato ucciso - spiega l' avvocato Loseto - suo padre è entrato in un profondo stato depressivo. Ora, questa possibilità di avere un altro figlio è una nuova speranza». Sua moglie, che ancora piange la scomparsa di Salvatore, ci sperava tanto. Ora è contenta, «inibire la possibilità di concepire ancora - dice il legale a suo nome - non era giusto».

MARA CHIARELLI

giovedì 22 ottobre 2009

GRAN BRETAGNA - A breve sarà possibile il trapianto di utero

Nella corsa alle parti del corpo di ricambio e' piu' vicino il trapianto di utero.
Secondo un team di scienziati britannici l'intervento potrebbe essere effettuato per la prima volta con successo su una donna entro due anni. I ricercatori del Royal Veterinary College Londra hanno infatti sperimentato sui conigli una nuova tecnica, che prevede il trapianto di un utero, con l'afflusso di sangue necessario per portare avanti una gravidanza.
La ricerca, illustrata dal ginecologo Richard Smith dell'Hammersmith Hospital ai medici riuniti alla conferenza dell'American Society for Riproductive Medicine di Atlanta, potrebbe costituire in futuro un'alternativa alla pratica dell'utero in affitto, si legge sulla Bbc online. In Gran Bretagna si ritiene che ogni anno almeno 200 donne ricorrano a madri surrogate. Nell'ultima ricerca, condotta a Londra, a cinque conigli e' stato trapiantato l'utero con una tecnica che ne garantisce il collegamento con una fitta rete di vasi sanguigni, inclusa l'aorta. Due animali sono vissuti fino a 10 mesi, e gli esami eseguiti dopo la morte hanno indicato che i trapianti hanno avuto successo.
Smith ha spiegato che il prossimo passo del suo team sara' quello di ottenere delle gravidanze nei conigli attraverso tecniche di fecondazione assistita. Altre ricerche in passato hanno condotto esperimenti simili su maiali, oche, pecore e scimmie. E' stato tentato persino un trapianto di utero anni fa su una donna in Arabia Saudita, ma dopo tre mesi l'organo (da donatrice vivente) e' stato rigettato dalla paziente. Secondo il ginecologo, a causare il fallimento potrebbe essere stato il fatto che i vasi del sangue non sono stati collegati in modo appropriato. L'utero trapiantato dovrebbe 'durare' solo finche' la donna ha partorito il bimbo, che dovrebbe nascere con un cesareo dal momento che l'utero 'nuovo' non sopporterebbe lo sforzo di un parto naturale.

Aduc - 22 ottobre 2009

mercoledì 21 ottobre 2009

USA - Niente vino e alcolici per le coppie che ricorrono alla fecondazione assistita

Niente brindisi e cene allietate da calici di vino per le coppie che stanno cercando di avere un bebe' con l'aiuto della provetta. Secondo uno studio condotto da Brooke Rossi dell'Harvard Medical School di Boston (Usa), infatti, basta consumare l'equivalente di una bottiglia di vino in due a settimana per ridurre di un quarto le chance di diventare genitori.
Dunque, secondo i ricercatori americani, per andare sul sicuro e ampliare al massimo le chance di successo della fecondazione in vitro, le coppie dovrebbero evitare del tutto di bere.
E' quanto emerge da uno studio su oltre 2.500 coppie presentato alla conferenza della Societa' americana di medicina riproduttiva di Atlanta (Usa). Nella ricerca uomini e donne che bevevano l'equivalente di due pinte di birra o due grossi bicchieri di vino a settimana a testa, "riducono significativamente le chance di gravidanza". Per le donne le possibilita' di avere un figlio possono scendere del 24%, mentre per gli uomini che non rinunciano a una birra al giorno calano del 30%. "In generale le donne dovrebbero smettere di bere quando iniziano a provare ad avere un figlio", conclude la Rossi.

Aduc - 21 ottobre 2009

martedì 20 ottobre 2009

USA - Fecondazione assistita. Partorisce otto gemelli, medico radiato

Il medico che organizzó la gravidanza degli otto gemellini nati in California lo scorso gennaio da un unico parto è stato espulso dall'associazione dei dottori che si occupano di curare i problemi di fertilità. Il medico, Michael Kamrava, impiantó attraverso fertilizzazione in vitro sei embrioni nell'utero della donna, Nadya Suleman, che aveva già sei figli. Due degli embrioni si sono poi a loro volta divisi facendo salire ad otto il numero dei feti.
Il dottore, che opera nella West Coast IVF Clinic di Beverly Hills, è stato fortemente criticato nei mesi scorsi per gli alti rischi a cui ha sottoposto la paziente e i suoi bambini acconsentendo a portare avanti una gravidanza cosí numerosa. Sei embrioni superano infatti di molto i numeri previsti nelle linee guida dell'associazione, la American Society for Reproductive Medicine, che prevedono impianti di al massimo due ovuli per le donne sotto i 35 anni.
La decisione potrebbe pesare molto sulla professione di Kamrava poich‚ la maggior parte delle assicurazioni sanitarie copre le spese per le inseminazioni artificiali solo se compiute dai medici dell'associazione. Il provvedimento, che è stato preso a fine settembre, non revoca comunque la licenza professionale al medico il cui eventuale ritiro spetta allo Stato della California.

Aduc - 20 ottobre 2009

domenica 18 ottobre 2009

E' nato Gianluca

Stamattina alle 2.30 con un super anticipo è nato Gianluca, abbracciamo con immensa gioia mamma Marika, papà Cristian e la sorellina Giada.

giovedì 15 ottobre 2009

FRANCIA - Giudice le nega inseminazione artificiale dopo la morte del marito

Voleva avere un figlio tramite inseminazione artificiale con i geni del marito deceduto, ma il tribunale francese di Rennes ha rigettato la sua richiesta.
Fabienne Justel, vedova di 39 anni, 'ha cercato di aggirare la legge francese che vieta la fecondazione post-mortem' recandosi all'estero, ha detto il giudice del tribunale.
La fecondazione artificiale in Francia e' illegale in caso di morte del partner, di divorzio o di separazione, ha osservato la Corte citando l'attuale legge in vigore.
Fabienne intervistata telefonicamente dall'Afp si e' detta 'rattristata' ed ha ribadito la sua intenzione ad impugnare la decisione del tribunale: 'Mi auguro che i 'gameti' (cellule riproduttive maschili o femminili -ndr) di mio marito mi siano restituiti, non ho tempo da perdere' ha aggiunto la donna.
Dominique, il marito, e' morto di cancro tre mesi dopo il matrimonio, nel giugno 2008, e nel corso della malattia aveva fatto diversi depositi di sperma a Rennes.
Fabienne Justel, gia' madre di tre figli avuti da un precedente matrimonio, ha fatto della sua storia un caso pubblico mobilitando la stampa, scrivendo ai deputati e scegliendo per la sua difesa, uno degli avvocati francesi piu' famosi, Gilbert Collard.


Aduc - 15 ottobre 2009

martedì 13 ottobre 2009

Franceschini (Pd): no alla fecondazione eterologa

"Sono contrario alla fecondazione eterologa". Lo dice il segretario del Pd Dario Franceschini nella intervista tripla di 'Le Iene', in onda domani sera.
Gli altri due candidati alla segreteria del Pd sono invece favorevoli "Purche' sia garantito dalla legge l'anonimato del donatore", risponde Ignazio Marino.
Pier Luigi Bersani e' netto: "Sono favorevole. Bisogna rivedere questa normativa".

Aduc - 13 ottobre 2009

venerdì 9 ottobre 2009

Studio Cnr: cannabis potrebbe contribuire a infertilità maschile

L'abuso di sostanze cannabinoidi, principali costituenti della marijuana, potrebbe contribuire a provocare l'infertilita' nell'uomo. Lo ha confermato lo studio 'The endocannabinoid system and pivotal role of the CB2 receptor in mouse spermatogenesis', aprendo nuove prospettive per la comprensione dei fenomeni di oligospermia o azospermia (drastica diminuzione o totale assenza del numero di spermatozoi, spesso con riduzione della motilita'), in particolare in quei pazienti che presentano normale assetto cromosomico e assenza di difetti genetici noti o patologie occlusive.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Pnas-Proceedings of the National Academy of Sciences, e' stata condotta in collaborazione tra ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto di chimica biomolecolare (Icb-Cnr), Istituto di cibernetica (Ic-Cnr) e Istituto di biochimica delle proteine (Ibp-Cnr) - e dell'Universita' di Roma Tor Vergata. Essa dimostra per la prima volta come, nel topo, il sistema endocannabinoide (cioe' il sistema su cui agisce anche la marijuana) sia coinvolto nel processo della spermatogenesi.
'Negli ultimi anni', spiega Pierangelo Orlando dell'Ibp-Cnr, 'abbiamo assistito ad un aumento progressivo dell'incidenza dell'infertilita' di coppia. Secondo le piu' recenti statistiche a livello mondiale, sarebbero circa il 15% le coppie con problemi di mancata o ridotta fertilita', per il 40% attribuibili a oligospermia o azospermia maschile.
Le cause potenziali della ridotta fertilita' maschile sono da ricondurre per il 60% dei casi ad una origine genetica e per il restante 40% a malformazioni occlusive o che sfuggono alla classificazione'.
Una delle cause dell'oligospermia, tra quelle che attualmente non risultano classificabili - prosegue il ricercatore, componente del Endocannabinoid Research Group coordinato da Vincenzo Di Marzo dell'Icb-Cnr - potrebbe essere riconducibile al cattivo funzionamento del sistema endocannabinoide, con cui anche l'abuso di cannabis puo' interferire. 'E' stato infatti osservato che le cellule germinali presenti nel testicolo dell'animale possiedono recettori del sistema endocannabinoide e, in particolare, che il recettore dei cannabinoidi di tipo 2 (CB2) e' coinvolto nel processo meiotico mediante il quale da ogni spermatocita primario (che nel maschio della specie umana presenta assetto cromosomico 46,XY) si ottengono 4 nuove cellule (spermatidi) 2 con assetto cromosomico 23,X e 2 con assetto 23,Y, che daranno origine durante la spermiogenesi agli spermatozoi maturi. Paralleli studi farmacologici dimostrano la possibilita' di modulare in vivo il sistema endocannabinoide mediante agonisti ed antagonisti dei recettori CB2 ed inibitori della formazione o degradazione degli endocannabinoidi, aprendo cosi' la strada ad approcci terapeutici in caso di funzionamento non corretto'.
Infine, conclude il ricercatore, 'il ricorso alla fecondazione medicalmente assistita (Icsi-iniezione intro-citoplasmatica dello sperma nell'ovulo, eventualmente previa aspirazione degli spermatozoi residui dal testicolo-TESA), se ha risolto gran parte dei casi di infertilita' maschile, ha determinato nella prole un aumento statisticamente significativo sia di trasmissione genetica dell'infertilita', sia una incidenza maggiore da 6 a 9 volte di anomalie cromosomiche, in particolare quelle definite 'da difetto di imprinting' (sovra-dosaggio genetico) come le sindromi di Beckwith-Wiedemann, Angelman, Prader-Willi', malattie genetiche rare caratterizzate da importanti alterazioni anatomo-funzionali e aumentato rischio di tumore.

Aduc - 9 ottobre 2009

giovedì 8 ottobre 2009

Il figlio della provetta che aiuta le coppie sterili

Repubblica — 08 ottobre 2009 pagina 45 sezione: POLITICA ESTERA

PECHINO La storia di Luo Youqun commuove la Cina, ferma in questi tiepidi giorni per le feste dell' autunno. Figlio di operai della regione dello Hunan, è il primo cinese concepito da un embrione donato usando la fecondazione in vitro. Era il 7 giugno 1988. Ventuno anni dopo, laureato in medicina, Luo Youqun è tornato nel laboratorio in cui è stato generato. Nello "Human Reproductive Engineering Laboratory" dell' università di Changsha, come scienziato, aiuta le coppie sterili che desiderano un figlio. Con lui il ciclo della vita si è chiuso davvero. Nato grazie alle conquiste della scienza, ha deciso di dedicare ad essa la sua vita per far nascere altri figli della ricerca, oltre che dell' amore. Rientrando come medico nello stesso laboratorio che gli ha fatto da culla, ha ritrovato anche la persona a cui deve l' esistenza: la professoressa Lu Guanxiu, direttrice della clinica. Ventuno anni fa, per prima, osservava al microscopio le due cellule da cui Luo è nato. È stata lei a dargli un nome: Youkun, ossia «uno che sta in piedi lontano dalla folla». Sapeva che quella vita si sarebbe distinta. Luo Youkun, nel villaggio di Changde, dal primo istante era stato soprannominato «miracolo». I suoi colleghi dell' ospedale, ora, lo chiamano scherzosamente «miracolo che cammina». Non nascondono una forte emozione quando lo guardano mentre, al microscopio, segue la fecondazione di un ovulo. La professoressa Lu Guanxiu ora è la sua guida scientifica, ma si considera una seconda mamma. «Luo Youqun - dice - è un dono della tecnologia clinica più avanzata. Il mistero più straordinarioè però che un simbolo della ricerca può diventare uno scienziato in grado di abbattere altre barriere della vita». Per adesso, come specializzando, prepara le provette agli altri medici. Ogni mattina entra in laboratorio alle sei, riordina i vetrini e controlla gli esami dei donatori di sperma. Dalla sua stanza, attraverso un vetro, verifica poi il rispetto dei protocolli durante la raccolta degli spermatozoi. Nessuno immagina che quel giovane medico, con occhialetti dorati e in camice verde, sia nato in una delle provette che a fine mattinata ripone in una cella-frigo. Ai pazienti, in modo semplice, per farsi capire spiega che da quella cellula, che si moltiplica, usciranno i loro figli. Alcune coppie, avvisate dai colleghi di Luo Youqun, quando lo hanno incontrato al lavoro non sono riuscite a trattenere le lacrime. «In realtà - dice il primo medico al mondo nato con la fecondazione artificiale - il fatto che io mi dedichi alla ricerca a cui devo la vita, è meraviglioso per tutti. Posso aiutare altri a venire al mondo, come è capitato a me, regalando la felicità a chi li desidera. Ma per me assistere all' attimo della fecondazione è l' esperienza più stupefacente che un essere umano possa fare». I suoi genitori ora sono in pensione e non hanno mai voluto mettersi davanti a un microscopio. Sono rimasti poveri e non rimpiangono, anche in anni duri, di aver difeso il loro bambino dall' assalto dei media, che offrivano denaro per trasformare il suo sviluppo in un evento televisivo. «Il mio primo ricordo - dice Luo Youqun - risale a quattro anni. Ero in prima elementare e una telecamera mi riprendeva mentre imparavo la calligrafia. Non è più successo». È cresciuto nell' anonimato, bambino e poi studente normale. Si è potuto laureare grazie ad una borsa di studio concessa per la sua eccellenza. La scelta della biotecnologia è dovuta solo in parte alla sua straordinaria biografia. «Come studente di medicina - dice - mi ha affascinato la ricerca sull' origine della mia vita. Ma anche il drammatico aumento della sterilità che sta colpendo sia la Cina che il resto del pianeta». Il paese più popoloso, dove tra mille dubbi vige ancora il divieto di avere più di un figlio, ne è sconvolto. Una coppia su otto non è in grado di procreare. In pochi anni il tasso di sterilità, il più alto al mondo, è passato dal 10,5% al 18%. Quaranta milioni di coppie, senza l' intervento della scienza, non avrebbero un figlio. Dal 1970 il numero medio di spermatozoi per millimetro è crollato da 100 a 30 milioni. In un decennio, in Cina, i figli della provetta sono passati da 6 mila a 19 mila, generati grazie a 147 centri attrezzati per la fecondazione. «Un fenomeno - dice Lu Guangxiu, primario del Reproductive and Genetic Hospital di Changsha - in gran parte inspiegato. Tra le complicazioni ci sono i postumi degli aborti e le terapie anticoncezionali, ma pure l' inquinamento, i veleni alimentari, l' obesità e gli stress della vita. Però non basta, per spiegare questa evoluzione. Osservo solo che in pochi anni, al mattino, il reparto si è trasformato in un mercato, con centinaia di coppie che si sentono dire di tornare tra un anno». Appuntamento dal dottor Luo Youqun, nato nel laboratorio in cui regala vita.

GIAMPAOLO VISETTI